Chiesa parrocchiale San Giovanni Battista di Cavaion Veronese

Indirizzo Piazza della Chiesa, 11, 37010 Cavaion Veronese VR, Italia
Orari di apertura SS. Messe
sabato 19.00
domenica 07.30 / 09.30 / 19.00
Punti di contatto
  • Chiesa parrocchiale San Giovanni Battista di Cavaion Veronese : 045 7235073
Cap 37010
Modalità di accesso
  • Ingresso accessibile in sedia a rotelle
  • Parcheggio accessibile in sedia a rotelle

Delle lesene e fasce ripartiscono lo spazio in grandi riquadri rettangolari. Sopra la porta d’ingresso (con contorni e timpano in pietra) vi è la scritta: D.O.M. IN HONOREM SAN JOANNIS BAPITSTÆ incorniciata in due lesene con arco, recante in chiave un capitello in pietra con foglie di acanto. Sopra la trabeazione vi è un grande orologio, inserito tra lastre di pietra, coronato da un timpano che regge una croce e ornato da quattro vasi in pietra bianca.

L’interno, ad un’unica navata. potrebbe essere definito di stile neoclassico con influssi palladiani. Colpisce per le sue armoniche linee architettoniche, sottolineate da vari pilastri con capitelli compositi, archi e volte decorati, 5 altari, e diverse pale e quadri. I pilastri sostengono una bella trabeazione decorata sulla quale si impostano le arcate delle volte a botte e crociera.

Iniziando la visita dalla parete di destra, sotto la cantoria lignea, vi è un vano dipinto con rose sulle pareti in un reticolo di pseudo-giardino e con una finestra quadrettata al posto della volta. Al centro mostra un piccolo altare su quattro pilastrini con la statua di Santa Teresa del Bambin Gesù in legno dipinto e le statue di San Giovanni Bosco, Sant’Antonio da Padova e San Pio da Pietralcina. Viene poi l’altare dedicato a San Giuseppe, del sec. XIX.

Viene poi un dipinto raffigurante «la Pietà», di stile manieristico e di autore ignoto della metà del XIX sec., e l’ottocentesco altare del Sacro Cuore realizzato a scagliola (somigliante a marmi in grigi toscani e al bianco di Carrara), con tabernacolo a tempietto e statua lignea dipinta dal Sacro Cuore (sec. XX), recante due serie di bei candelabri lignei ottocenteschi. Sopra i moderni confessionali vi è una pregevole pala manieristica di Giuseppe Corte del 1594, raffigurante i Santi Giacomo e Filippo, sui quali si libra tra angioletti la colomba dello Spirito Santo.

Nel presbiterio, l’altare maggiore con tarsie di marmi policromi, ha sullo sfondo la pregevole pala raffigurante la Madonna con Bambino (dal volto interessante) tra i Santi Giovanni Battista vestito di pelli e Bartolomeo in tunica rosata, opera attribuita ad Antonio Badile o a Dionisio Battaglia del 1540-1550. L’altare è in marmi policromi con interessante tabernacolo a pagoda della prima metà dell’Ottocento, contornato da candelabri in legno laccato e dalle statue dei quattro evangelisti in legno brunito (sec. XIX).

Nei muri ai lati dell’altare vi sono due artistici tabernacoli in marmi policromi del XIX sec. contenenti gli oli santi (con portella recante dipinto un angelo), e delle reliquie (con portella recante dipinto un crocefisso), mentre in alto sopra l’altarino a nord vi è un quadro con San Vincenzo Ferreri. Nel coro vi è un manufatto ligneo del XIX sec., ampio 230x1265 cm con panche su tre lati con sedili senza braccioli e schienali alti. Qui è collocato anche l’organo del 1975 con somieri disposti sopra il coro ligneo che per questa ragione è stato tagliato nella parte centrale, più monumentale.

Lasciato il presbiterio, sulla parete di sinistra, vi è il fonte battesimale con una medioevale vasca esagonale in marmo rosso con croce in rilievo, sistemata nel Battistero. Questo è stato realizzato nel 1995 da Giovanni Avesani assieme alla statua in bronzo di Giovanni Battista, opera di Marita Cressoni.

Viene poi un dipinto raffigurante la «Madonna e Sant’Antonio», quadro di autore ignoto, eseguito nel 1725-1730 e rappresentante la Madonna con Bambino e San Giovannino, con a sinistra Sant’Antonio ed angeli ai piedi. L’altare dell’Immacolata è un altro dignitoso esempio di altare ottocentesco neoclassico, retto da quattro colonne rettilinee disposte a strombo, con capitelli corinzi, dipinte con la tecnica a scagliola che le fa assomigliare a marmi grigi e verdi toscani e al bianco di Carrara, con tabernacolo a tempietto e statua lignea dipinta dell’Immacolata (sec.XX).

Sulla destra dell’altare vi è un grande ostensorio processionale in legno decorato della seconda metà del XIX sec. Tra i due altari della parete sinistra si trova un pulpito pensile di legno, sovrastante un confessionale ligneo, ambedue con intarsi ed ornamenti scolpiti, risalenti al XIX sec.

L’altare della Madonna del Carmine, risalente ai primi decenni dell’Ottocento, è retta da quattro colonne disposte a strombo, con capitelli corinzi, dipinte con la tecnica a scagliola che le fa assomigliare al marmo bardiglio e skyros versiliese e statua lignea dipinta della Madonna del Carmine in una nicchia, al posto del tabernacolo (seconda metà XIX sec). La pala d’altare rappresenta la Salita di Gesù al Calvario di Francesco Ligozzi del 1595, come attesta la firma alla base del quadro, anche se la data potrebbe essere il 1585. Raffigura il Cristo che conforta la Madre, sostenuta da una pia donna, con due soldati che lo tirano, ed ai lati le figure dei due committenti in costumi del tempo.

Tra le statue lignee ai fianchi dell’altare vi sono una grande Pietà in legno dipinto di artigianato valdegardenese del XX sec. che raffigura la Madonna in tunica rossa e manto celeste che è inginocchiata a sostenere il Cristo morto, semisdraiato, e gli solleva il braccio sinistro. A sinistra vi è invece Sant’Anna con la Vergine, gruppo scultoreo ligneo dipinto, del XX sec. in cui Sant’Anna fa leggere le Sacre Scritture ebraiche alla fanciulla Maria. Nella volta del Presbiterio vi è un dipinto del 1812 raffigurante la Santa Trinità (Padre, Figlio con croce e Spirito Santo come colomba, tra angeli) mentre altre due pitture raffiguranti «la predicazione del Battista» e «la decapitazione di San Giovanni Battista» arricchiscono il soffitto della navata, entrambi del primo decennio dell’Ottocento.

I quadri della Via Crucis sui pilastri (disposti sopra delle crocette marmoree e con bei candelieri fitomorfi dorati da muro), sono delle oleografie su cartone dentro cornice lignea dorata con fastigio a croce, eseguite da Egidio Magagnotto nel 1902 ed il pavimento, rifatto nel 1960, conserva una epigrafe tombale che ricorda don Toblini. Nella Sacrestia vi è un ampio cassettone ligneo a sei ante con alzatina, del sec. XVIII.

Interessanti sono alcuni oggetti ed arredi di pertinenza della chiesa: numerosi candelabri ottocenteschi, una lanterna processionale barocca in legno dorato (sec. XVIII) con piccolo ostensorio, una mazza processionale ottocentesca decorata con sole, vaso e pigna dorati, un ostensorio a sole in argento, ottocentesco, dal disegno barocco; un turibolo argentato, delle croci astili, alcuni calici in argento; alcune pianete sacerdotali in seta del XIX sec., stendardi processionali, pizzi e tovaglie d’altare, in alcuni casi bisognosi di restauro.

Il campanile settecentesco, senza cupola, presenta una cella campanaria coronata da 4 vasi, con 4 grandi finestre ad arco protette da balaustre in pietra. Nella cella vi sono tre campane del 1837 fuse dalla ditta Chiappani Luigi tutte su castello e con ruote, una campana del 1893 di 700 kg della ditta Cavedini, una campana del 1926 di 960 Kg. sempre della ditta Cavedini e la sestina offerta da don Tagliaferro nel 1999, di 350 Kg. fusa da Allanconi.

Una prima chiesetta dedicata a San Giovanni Battista, dipendente dalla pieve di Cisano, dove si tenevano le riunioni della prima comunità di Cavaion sorse nel XIII sec., piccola e di cui non conserviamo tracce. Un ampliamento lo ebbe nel XV sec. e nel 1460 la visita pastorale del vescovo Ermolao Barbaro (1453-1471), documenta non solo l’esistenza della chiesa di San Giovanni Battista ma anche la presenza di un “rector”, un sacerdote (don Antonio di Castrodurante) che la custodisce e che celebra in essa e battezza in un battistero appositamente costruito.

Divenuta parrocchiale nel 1585, viene attestata la presenza di una Società del Santissimo Sacramento (Corpo di Cristo) e di una Società della Vergine del Carmine. Nella visita del 1569 del vescovo Agostino Valier si attesta la presenza di 5 altari, tra cui il Maggiore dedicato a San Giovanni Battista, uno dedicato alla Beata Vergine, uno a San Giorgio, uno a San Sebastiano e uno a San Giacomo, ma la copertura della chiesa lascia a desiderare e si raccomanda che sia rifatto il tetto.

Dopo il 1630 si ebbe un ulteriore ampliamento. Anche il campanile venne ulteriormente innalzato nel 1749. Ma l’ampliamento più consistente ed una radicale ricostruzione, la chiesa li subì tra il 1810 ed il 1830 sotto la direzione del parroco don Angelo Voltolini, quando raggiunse le attuali proporzioni. Nel 1930 venne aggiunto il grande Oratorio (ad Est) con sale per associazioni e per opere parrocchiali e vennero rifatte le pitture interne ed esterne nel XX-XXI sec.

 


Bibliografia: La Chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista di Cavaion Veronese di Maurizio Delibori e Daniela Zanetti, 2012 (testo a cura di Maurizio Delibori)

 

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